Sulmona. Di primo acchito al numero così grande inciso da Ettore Ferrari, artefice dell’opera, corrisponderebbe una data lontana, forse da fine del mondo, comunque ogni fine è un principio, ma c’è dell’altro.
L’arcano della data misteriosa, MMDCLXXVII AVC, incisa nel basamento della statua di Ovidio a Sulmona, è stato risolto, ma pochi ne sono al corrente. Il professore Fabio Valerio Maiorano spiega tutto nel suo libro Il diario di Solimo (Accademia degli Agghiacciati, fondazione Ignazio Silone e Archivio di Stato – sez. Sulmona). L’approfondito studio di Maiorano è dedicato ai particolari, quasi occulti, di cui è ricca la rinomata città dei confetti. Il professore però fa di più. Traccia una linea del tempo che ne Il diario di Solimo raccoglie in un solo anno secoli interi, storie e vicissitudini peligne ripescando dal caos eventi e accadimenti. Un anno che non corrisponde affatto a quello solare, ma alla lunga vita di una città. Quale? Così l’appassionato studioso stimola sul cammino dei percorsi della conoscenza e il suo impegno intellettuale consente di svelare un altro piccolo mistero, nemmeno tanto nascosto, dei tanti che orbitano attorno alla valle dei Peligni. Enigmi oltretutto discreti. Molti segni legano alla Massoneria il monumento innalzato da Ferrari, 91 anni fa, nel bel mezzo della centralissima piazza XX Settembre.

Accenniamo così ad un singolare calcolo dei giorni. Non è il caso di armarsi di Abaco, considerando l’iscrizione sul marmo a supporto della statua di Ovidio che il massone realizzò per la Città . La data 2677 indicata con l’iscrizione MMDCLXXVII AVC potrebbe sembrare incomprensibile se non fosse per il fatto che non tutti i calendari si riferiscono allo stesso Natale. Certi partono da molto lontano, alcuni da eventi recenti. In alcuni casi i massoni farebbero partire il loro calendario dal Natale di Roma che lo storico Varrone indica, da una serie di calcoli astronomici, con la data del 21 aprile 753 a.C. Il giorno prima, ma a marzo del 43 avanti Cristo, sarebbe nato il poeta sulmonese, la riforma del calendario Giuliano ,voluta da papa Gregorio XIII, fa scivolare di una decina il dies natalis, il giorno di nascita. Nel 2017 si celebrerà il bimillenario della morte dell’illustre cittadino (6017 EM). Le iniziali A V C incise da Ferrari non sarebbero dunque riferite all’abbreviazione Avanti Cristo, sarebbe inusuale indicare la locuzione con una lettera in più per l’appunto la ‘V’ centrale, segno piuttosto ricorrente nell’arte muratoria e che, per alcuni, rappresenterebbe l’iniziale della parola Vrbe. Sviluppando le 3 lettere si otterrebbe Ab Vrbe Condita ovvero dalla fondazione della Città, intendendo per Urbe proprio e solo la città di Roma. Se ai 753 anni dalla fondazione di Roma, sino ad un secondo prima del conteggio dell’anno cristiano (anch’esso modificato più volte), aggiungiamo 1924, anno della statua del poeta latino, otteniamo 2877 ossia MMDCLXXVII AVC. Adesso è chiaro, ma se si considerano le speculazioni di qualche massone che anticipa un tantino, considerando un altro Natale, di qualche migliaio di anni saremmo fuori tempo massimo. L’ultimo dettaglio, non a caso, il giorno dell’inaugurazione del monumento in bronzo: il 21 aprile 1902 anniversario del Natale di Roma.
Approfondimenti
La statua di Ovidio, il suo autore e la Massoneria, a Sulmona (Aq) 01.02.6015 VL
Dettagli sulla realizzazione della Statua da Sulmonalive.it
Una risposta a "La statua di Ovidio nell’era massonica"